Dopo una lunga assenza eccomi di nuovo ad alimentare il mio blog.
E' stato un periodo ricco di impegni professionali e personali che mi hanno richiesto nuove priorità ed allo stesso tempo la necessità di mettere dei paletti e di dover fare delle scelte.
Per questo ho dovuto trascurare un po' questo spazio e sono contenta di poterci tornare proprio oggi che si celebra la Giornata Internazionale della Consulenza d'Immagine.
Ed allora la voglio celebrare spiegando cosa fa un Consulente d'Immagine e chi sono i probabili fruitori di questo servizio.
Un Consulente d'Immagine studia e lavora sull'aspetto esteriore del Cliente per far si che emerga il proprio stile personale utilizzando le tendenze del momento come ulteriore strumento per ottenere un risultato armonioso ed equilibrato.
Individuerà i colori giusti della persona, gli abbinamenti di abiti che esaltano i punti di forza di quella silhouette, gli occhiali, gli scolli, gli orecchini che valorizzano un certo tipo di volto.
Non siamo tutti uguali e quindi non possiamo uniformarci ai dettami di un certo brand o della tendenza del momento, ma dobbiamo diventare consapevoli di quello che è meglio per noi.
Proprio per questo motivo la Consulenza d'Immagine da professione riservata inizialmente solo alle persone della TV e della politica si è inserita nella vita di tutti i giorni diventando un servizio che può tornare utile a qualsiasi individuo.
Nelle prossime pubblicazioni vi farò anche qualche esempio. Stay tuned...
Crisalidea Counselor d'Immagine
Crisalidea Counselor d'Immagine
lunedì 23 novembre 2015
mercoledì 3 settembre 2014
Loombands - braccialetti con elastici
Il tormentone dell'estate sulla spiaggia sono stati questi piccoli elastici colorati che trovavo sparsi qua e là e che sotto le abili mani dei bambini e ragazzini diventano dei "gioielli" da sfoggiare.
Un business nel business: sì perchè, acquistare gli elastici serve a formare braccialetti (e non solo) che a sua volta vengono venduti per recuperare le spese e ricomprare altri elastici e così la catena continua.
Mi è piaciuta molto questa moda per diversi motivi:
-I ragazzi/bambini socializzano tra di loro, condividono la materia prima e talvolta anche il guadagno. Sono come delle piccole società a responsabilità limitata;
-Favorisce la fantasia perché la scelta dell'abbinamento dei colori ha mille variazioni e sfumature e a seconda di cosa utilizzi (telaio, dita, matite) il risultato finale è diverso;
-Stimola la creatività: non solo braccialetti, ma anche anelli, orecchini, cerchietti per capelli e collane si possono realizzare con questa tecnica;
-I ragazzi/bambini sviluppano capacità di negoziazione sia con i genitori (ma queste le hanno fin troppo sviluppate... !) sia con i venditori con i quali ho visto fare trattative più o meno vantaggiose. Ma tutto fa esperienza!
-Fa bene alla salute perché si allontanano per un po' da smartphone e Nintendo varie con grande beneficio per la vista;
-Crea unione: bambini/e più piccoli che lavorano insieme a ragazzini/e in età adolescenziale, maschi e femmine che si confrontano e consigliano.
Spinta dalla curiosità ho cercato un po' di storia per capire com'è nata questa moda. Sembra risalire a quattro anni fa quando un ingegnere malese trasferito in America vedendo giocare le figlie a intrecciare degli elastici ha creato il primo telaio (loom in inglese, da qui il nome) e nel giro di due anni ha visto decuplicare il suo investimento e la sua idea ha attraversato trenta paesi del mondo.
C'è anche una nota negativa in tutto questo, dicono che negli elastici ci sia del materiale cancerogeno anche se le ricerche non hanno dato né conferme, né smentite.
Sembra che le celebrities portino questi gioielli di plastica nelle loro esibizioni in tv. Il mio consiglio è di contestualizzarli al mondo colorato delle vacanze e di lasciarli in valigia una volta rientrati in città come buon auspicio per le prossime vacanze che magari ci porteranno anche chissà quale altra novità.
Un business nel business: sì perchè, acquistare gli elastici serve a formare braccialetti (e non solo) che a sua volta vengono venduti per recuperare le spese e ricomprare altri elastici e così la catena continua.
Mi è piaciuta molto questa moda per diversi motivi:
-I ragazzi/bambini socializzano tra di loro, condividono la materia prima e talvolta anche il guadagno. Sono come delle piccole società a responsabilità limitata;
-Favorisce la fantasia perché la scelta dell'abbinamento dei colori ha mille variazioni e sfumature e a seconda di cosa utilizzi (telaio, dita, matite) il risultato finale è diverso;
-Stimola la creatività: non solo braccialetti, ma anche anelli, orecchini, cerchietti per capelli e collane si possono realizzare con questa tecnica;
-I ragazzi/bambini sviluppano capacità di negoziazione sia con i genitori (ma queste le hanno fin troppo sviluppate... !) sia con i venditori con i quali ho visto fare trattative più o meno vantaggiose. Ma tutto fa esperienza!
-Fa bene alla salute perché si allontanano per un po' da smartphone e Nintendo varie con grande beneficio per la vista;
-Crea unione: bambini/e più piccoli che lavorano insieme a ragazzini/e in età adolescenziale, maschi e femmine che si confrontano e consigliano.
Spinta dalla curiosità ho cercato un po' di storia per capire com'è nata questa moda. Sembra risalire a quattro anni fa quando un ingegnere malese trasferito in America vedendo giocare le figlie a intrecciare degli elastici ha creato il primo telaio (loom in inglese, da qui il nome) e nel giro di due anni ha visto decuplicare il suo investimento e la sua idea ha attraversato trenta paesi del mondo.
C'è anche una nota negativa in tutto questo, dicono che negli elastici ci sia del materiale cancerogeno anche se le ricerche non hanno dato né conferme, né smentite.
Sembra che le celebrities portino questi gioielli di plastica nelle loro esibizioni in tv. Il mio consiglio è di contestualizzarli al mondo colorato delle vacanze e di lasciarli in valigia una volta rientrati in città come buon auspicio per le prossime vacanze che magari ci porteranno anche chissà quale altra novità.
mercoledì 18 giugno 2014
Quando gli opposti (o apparentemente tali) si coniugano
Mi fa piacere condividere
con tutti voi la presentazione che ho fatto durante l’ultimo convegno REICO a
Firenze lo scorso 14 giugno, circa la mia attività.
Il Counseling d’Immagine
è un innovativo ambito di applicazione delle nozioni di Counseling e di
integrazione fra due professioni. Seppur possano sembrare all’opposto dato che
una si occupa dell’esterno e l’altra dell’interno hanno in realtà molti punti
in comune.
Primo tra tutti la
centralità della persona che nel counseling emerge grazie alla creazione di un
clima autentico, empatico e accettante in maniera incondizionata e nella
consulenza d’immagine grazie all’analisi dei bisogni, delle caratteristiche
personali e dell’ambiente in cui si muove il Cliente.
Altro punto è l’attenzione
all’unicità dell’individuo e all’affermazione di essa come risorsa e valore e
come allontanamento dagli stereotipi che la società ed i media sponsorizzano.
Un altro aspetto riguarda
la fiducia riposta nelle risorse del Cliente che insieme alla tendenza attualizzante
intrinseca in ogni individuo potrà
portare all’autonomia dello stesso. Un autonomia che dal lato consulenza
d’immagine si ritrova nell’aiutare la persona ad avere una conoscenza più
tecnica (e oggettiva) delle sue caratteristiche personali fornendole
suggerimenti e strumenti in modo da poterle poi applicare da sola nella vita di
tutti i giorni.
La consapevolezza è un
altro aspetto trasversale. Da una parte abbiamo quella che anche attraverso
l’ascolto attivo ci permette di entrare maggiormente in contatto con le nostre
modalità di muoverci nel mondo ed i relativi bisogni, dall’altra quella ci permette
di (ri)vedere il nostro corpo ed il nostro aspetto in maniera più imparziale. Se
una cliente arriva con una valigia piena di soli difetti, alla fine di un
percorso insieme uscirà sì, con quella valigia (nella quale avrà anche aggiunto
delle preziose informazioni per nasconderli e minimizzarli), ma avrà anche in
mano un’altra valigia altrettanto pesante, riempita con la consapevolezza di
quelli che sono anche i suoi pregi.
Anche l’aspetto della responsabilità
è un comun denominatore. Essere padroni della propria vita e delle proprie
scelte, essere gli autori della nostra esperienza e quindi ambire a voler
cambiare noi stessi invece di pretendere di farlo negli altri è la prima regola
verso un reale cambiamento ed è uno dei pilastri sui quali si basa il lavoro
del counselor. Nella consulenza
d’immagine tutto ciò si riflette ad esempio nel non
seguire bovinamente la moda ma nel sapere come adattarla alla propria persona
ed al proprio stile e gusto personale. In una scelta colore non prenderemo solo
quello più ci piace o che è di tendenza ma andremo a ricercare la sfumatura o
la tonalità che meglio si adatta alla palette che madre natura ci ha donato.
Ultimo punto in comune ma
non meno importante è la coerenza. Coerenza tra ciò che sento e ciò che faccio
e anche coerenza tra ciò che sono e ciò che dimostro all’esterno.
Volendo dare una
descrizione riassuntiva e sintetica posso dire che il meta-obiettivo finale è
quello di creare un’armonia tra l’interno e l’esterno della persona, un’armonia
che inevitabilmente si rifletterà anche su autostima, assertività e benessere
generale.
giovedì 9 gennaio 2014
IO ESISTO, SCELGO, FACCIO
“Niente è più visibile di
quello che è nascosto”
Quando ho scoperto questa
frase l’ho sentita mia perchè rispecchia a pieno il cuore della mia attività.
Da una parte opero
sull’aspetto esteriore con le tecniche della #Consulenza d’Immagine e laddove
richiesto, come #Counselor, integro con un approccio più interiore che porti ad
una maggiore consapevolezza sui propri
bisogni e sulle modalità di agire nella vita e nelle relazioni.
Il gruppo di lavoro
sull’#autostima che condurrò
insieme alla collega, si focalizzerà sul diventare maggiormente consapevoli in
questo ambito anche attraverso un’attivazione immediata con l’individuazione di
un piccolo #obiettivo da raggiungere.
L’#autenticità, (altro
aspetto che sarà affrontato durante l’incontro), elemento indispensabile per
avere un’autostima sviluppata, è
l’espressione della congruenza tra il Sè interno e il Sè che si manifesta all’esterno.
Ed ecco quindi uno dei tanti
esempi di come entrambi gli aspetti siano importanti e collegati.
Di seguito altre
informazioni sull’incontro.
C’è chi la descrive come
il sapersi accettare, chi l’associa all’amor proprio, chi in modo più elaborato
la definisce un insieme di elementi cognitivi, affettivi e valutativi che
contribuiscono alla stabilità della struttura del Sè. Questi e tanti altri
ancora sono i termini per descrivere l’autostima.
Qualsiasi sia la sua
definizione a noi interessa l’impatto che può avere sulla vita di tutti i
giorni: quando si ha una buona autostima ci si sente bene, si riesce ad avere
flessibilità nell’adattarsi alle diverse situazioni anche le più difficili, si
attinge alle proprie risorse personali. Tutto ciò si riflette in una maggiore apertura
e tendenza a creare relazioni nutrienti e costruttive basate su rispetto e
tolleranza, si riflette in un atteggiamento che non bisogno di creare barriere
difensive perchè l’altro non è considerato come una minaccia per la propria
persona.
“...è un fiore che va
annaffiato ogni giorno. Il potere è dentro di noi, è nella cura che abbiamo di
noi stessi, nella capacità di volerci bene” (Pasini)
Il laboratorio
esperienziale, condotto dalle Counselor
Emanuela Haimovici e
Silvia Sorelli, si svolgerà
Sabato 25 Gennaio 2014
presso
On Demand Via Firenzuola
17, Prato
dalle 15.00 alle 17.00
Lo scopo del nostro
incontro è quello di identificare di quanta “acqua” abbiamo bisogno
quotidianamente e quali sono le modalità più adatte a ciascuno di noi per
assumere questo impegno.
Anche la data di inizio
anno non è casuale, solitamente quel periodo è un momento di redazione di buoni
propositi.
Renderci parte attiva per
metterli in atto è già un grande passo per migliorare la propria autostima.
Per informazioni su costi
e svolgimento:
Emanuela Haimovici cell.
338.8571893 – hemanuela@hotmail.com
Silvia Sorelli cell.
333.7930451 – silvia.sorelli@gmail.com
Essendo previsto un
numero minimo e massimo di partecipanti è gradita la prenotazione entro il 18
Gennaio.
sabato 14 dicembre 2013
24 Novembre 2013, Grazie!
Eccomi finalmente ai
ringraziamenti per questo delizioso e stimolante pomeriggio trascorso insieme.
Grazie a Artelier di
Lucia Bartoloni per aver messo a disposizione il suo spazio e a Martina
Trombacco di Riso e Sorriso Wedding Planner con la quale è stato un piacere collaborare.
Grazie a tutti i
partecipanti e le partecipanti all’evento senza i quali non avrebbe avuto
senso!
Colgo l’occasione per
ripercorrere le fasi più importanti dell’evento così chi non ha potuto
partecipare possa immaginarlo grazie all'ausilio delle foto allegate.
Il pomeriggio è iniziato con l’introduzione di Martina di Riso e Sorriso Wedding Planner che ha spiegato
l’importanza della figura della #wedding planner nell’occasione di un matrimonio
o di qualsiasi altro evento privato. E qui spendo qualche parola in merito e mi
collego ad un evento recente che mi ha coinvolto (o meglio mi ci sono coinvolta
da sola...) in prima persona. Per una serie di motivi ho dovuto organizzare il #compleanno di mio figlio in uno spazio con l’opzione “fai-da-te”. Operando nel
settore già sapevo a cosa andavo incontro, ma in questo caso non avevo scelta.
Più volte mi sono detta e ridetta che avere una figura che ti supporta in
queste situazioni è indispensabile per non arrivare all’evento stremata e senza
forze, con un notevole impatto sulla propria immagine e anche sulla gestione
delle relazioni che sono la priorità in tali occasioni. La possibilità di
poterti godere la festa con un approccio olistico dal cognitivo all’emotivo, dal
psicologico al fisico non ha prezzo e vale molto ma molto di più di quel costo aggiuntivo da riconoscere ad un #organizzatore di eventi per il
servizio dato.
Ho aperto il mio
intervento con alcuni dettagli sulla professione del #Counselor e del #Consulente
d’immagine e quale tipo di servizio può fornire in occasione di un matrimonio e
non solo. In particolare, per l’occasione, mi sono focalizzata sulla #morfologia
del corpo dando suggerimenti e spunti per la scelta dell’abito più adatto.
La
parte più divertente è stata la sessione interattiva con le partecipanti, in
attesa della sfilata. Con delle forme a grandezza naturale che potevano
“indossare” erano facilitate nell’identificazione della tipologia di corpo che
avevano (rettangolo, ovale, triangolo, clessidra) e potevano anche contare
sull’aiuto e ulteriori suggerimenti da parte mia.
E’ arrivato infine il
momento atteso della sfilata aperta sontuosamente da uno scenografico abito
rosso. La nuova collezione ha presentato modelli più lineari e più suntuosi,
dal bianco al rosa e le partecipanti hanno anche ritrovato alcuni degli abiti
da me mostrati durante il mio intervento ed associati alla forma del corpo che
meglio li vestiva. Non sono mancate ovviamente le damigelle che hanno reso il
tutto più giocoso.
Il tutto all’insegna del
divertimento si è concluso con un buffet ed un brindisi.
Il consiglio che vuole
essere anche uno spunto di riflessione: affidarsi ad una figura professionale specializzata solleva
da molte attività, aiuta nella buona riuscita e nell’avere un’immagine
coordinata, è anche un investimento per la vita di tutti i giorni. Come spiegavo
durante il mio intervento ad esempio, un’analisi morfologica del corpo non si
limita all’abito da sposa...
giovedì 5 dicembre 2013
Sotto, sotto.... pitture e grafiche giapponesi da indossare
Sono molto contenta in questo articolo di farvi conoscere Lucia, stilista e artista, che sa mixare con creatività e gusto la passione per l’arte e la manualità sartoriale.
Ho incontrato Lucia in un’edizione di Tutto Sposi e quello che subito mi ha colpito è stato l’originalità e la diversità dei suo capi. Ho subito individuato nelle sue creazioni una sposa che vuole osare con semplicità e raffinatezza, che è alla ricerca di qualcosa di diverso, di un particolare che faccia la differenza, di un abito che si faccia ricordare. Ho poi scoperto una vasta scelta di vestiti per la cerimonia e infine un guardaroba di colori e modelli per la vita di tutti i giorni. La passione per il suo lavoro e l’ottimo rapporto qualità e prezzo rendono Aure un marchio da ricordare per chi, come me, crede ancora nell’unicità e artigianalità del capo italiano su misura.
1. Come nasce Aure?
Nasce dalla voglia di dipingere sulla stoffa. All’inizio soltanto su organza di seta che è la stoffa che si dipinge meglio. Il risultato erano dei capi molto semplici: la leggerezza dell’organza che risulta estremamente sottile al tatto confluivano in un risultato di tutta trasparenza e colore.
Da qui il nome Aure (come un’aura intorno alla persona).
2. A chi sono rivolti i tuoi abiti?
Sono rivolti alle donne di tutte le età, all’unicità di tutte le loro forme, dalla ragazza alla signora. Mi ispiro all’armonia del corpo femminile senza avere come riferimento delle misure di bellezza canonica, confidando sui pregi e giocando sui difetti di ognuna di loro. Ciò che è nascosto per me è altrettanto importante e da qui nasce la cura per gli interni degli abiti. Non semplici rifiniture di fodere intonate con il colore della stoffa ma un’esplosione di fantasie colorate dipinte appositamente per ciascuno di essi.
3. A cosa ti ispiri nella scelta dei disegni?
Le mie fantasie parlano di grafiche giapponesi, di arte contemporanea tipo Pollock, Picasso, di forme che si incastrano e di colori che si sovrappongono. Se cerchi, puoi scoprire dipinti piccoli eiku-poesie giapponesi. Mi ispiro al desiderio della cliente per chi vuole un oggetto personalizzato e se è l’interno di un capo (ad esempio la fodera di un cappotto), è la stoffa stessa che mi orienta nella scelta.
4. Quindi le tue creazioni sono gemellari, nascono doppie e solo come tali possono essere mostrate?
In un certo senso.... cerco anche qui l’armonia dell’insieme e l’interno e l’esterno dello stesso capo sono uniti da un’idea, da un legame creativo difficile da concretizzare a parole. Per un capo più sportivo come il montgomery della nuova collezione invernale ad esempio, ho optato per una grafica ricca di colori che vanno dal rosa al celeste, con pennellate di marrone ed una reinterpretazione di stelle e minuscoli puntini gialli luminosi. Per il cappotto lungo, dalla linea minimalista ed essenziale, fermato in vita con una semplice cintura di stoffa, sempre della nuova collezione invernale, mi sono ispirata ad un quadro di Roberto Crippa.
5. Quali sono le tecniche ed il tipo di colori che usi?
Le tecniche sono le più svariate dalla pennellata libera, allo stenciling, al block printing utilizzando colori atossici che possano essere ben diluibili in acqua per avere dei colori pastello ed allo stesso tempo resistenti al lavaggio ad acqua o a secco.
6. Cosa ti differenzia?
L’attenzione affettuosa ai corpi delle donne che mi trovo davanti per realizzare un capo che vesta perfettamente i loro desideri. Le mie collezioni vengono proposte due volte l’anno in tempo reale, in aprile ed ottobre, e si possono direttamente acquistare durante le sfilate o in atelier oppure ordinare nelle varie taglie su misura.
Il consiglio: Per chi vuole conoscere meglio Lucia da non perdere l’evento di Sabato 21 e Domenica 22 Dicembre. Stay tuned per ulteriori dettagli!
sabato 5 ottobre 2013
Sapore di mare, Sapore di SALE...
In questo post voglio raccontarvi di un’esperienza che ho vissuto
qualche giorno fa insieme al mio piccolo. Per mia caratteristica personale sono
sempre alla ricerca di cose nuove e quando le novità interessano l’area o i dintorni
nei quali vivo e/o lavoro la voglia di provarle aumenta.
Per caso leggo su FB (eccolo qui il potere del social network), tramite
il post di un contatto con il quale da poco avevo stretto amicizia, dell’apertura di un centro a Prato per il “benessere
psico-fisico”; e subito, queste due parole, insieme con un’altra frase che
descriverò più avanti, hanno attirato la mia attenzione. Perché? Perché come
Counselor opero nell’ambito del benessere della persona e credo nell’approccio gestaltico
che considera la natura umana come un’integrazione delle dimensioni sensoriali,
affettive, intellettuali, spirituali e sociali; come Consulente d’immagine
sono interessata a tutto quello che aiuta ad avere un aspetto piacente e
mirabile (e con questo termine mi riferisco alla persona che cura sia il suo
aspetto esteriore attraverso il look, sia il funzionamento interiore attraverso
l’alimentazione, scelta di prodotti, etc.)
L’altra frase che attira la mia attenzione di mamma e che mi fa andare
a leggere ogni dettaglio sul link, è “un
centro pensato per i malesseri di stagione di grandi e piccini”.
E così ho deciso di provare ed ho prenotato il 1° appuntamento alla Grotta del Sale a Prato (http://www.grottadelsaleprato.it/). E’ solitamente richiesto di
arrivare un po’ prima dell’orario fissato per spiegarti come fare, come funziona
e per prepararti, ed io ho colto l’occasione per porre anche delle domande.
Che tipo di sale è quello che si trova all’interno e che si respira, è
tipo sale da cucina?
“E’ un sale particolare,
per la precisione è cloruro di sodio prodotto da un’azienda specializzata e
certificata” (tutte le certificazioni mi sono state mostrate e sono visibili);
Ha le stesse proprietà del sale integrale che io solitamente uso al
posto di quello raffinato per cucinare?
“E’ diverso dal sale integrale, è appropriato per questo scopo e tra
l’altro per cucinare il sale migliore che contiene tutti i minerali è il sale
rosa del Kilimangiaro” (wow! Ho imparato un’altra cosa nuova!).
P.S.: questa conversazione sono riuscita a farla perché la sala di
attesa ha un angolo riservato ai bambini con tanti giochi a loro disposizione e
il mio piccolo era impegnato alla scoperta di quel nuovo e interessante angolo
di mondo.
Dopo la preparazione nella stanza spogliatoio con calzini antiscivolo o
soprascarpe e cuffietta usa e getta per capelli, arriva il momento di entrare
nella stanza del sale.
Lo spazio è molto accogliente con pareti
di vetro interamente ricoperte di sale, poltrone per gli adulti e giochi
da mare per i bimbi che possono usare il sale come fosse sabbia. Sullo schermo
passano i cartoni animati, mentre lampade
colorate dal giallo al viola passando per il rosa e il rosso, rendono
l’ambiente ancora più rilassante. Tutti i sensi sono stimolati oltre alla
vista, nel naso si respira il profumo del sale, lo si può assaporare sulla bocca
e ovviamente toccare.
Oltre a essere particolarmente indicato per i bimbi che sono più ricettivi e quindi ne traggono i maggiori
benefici, è indicato anche per gli adulti
perché ricco di ioni negativi che aiutano a migliorare lo stato dell’organismo.
Fa bene alla pelle e grazie alle proprietà igroscopiche (cioè che assorbe l’umidità)
del sale, favorisce l’effetto sgonfiante e decongestionante contribuendo ad
alleviare la fatica e migliorare la circolazione.
E’ anche un’occasione per stare mezz’ora con noi stessi in compagnia o
da soli (sì, perché si può condividere l’esperienza anche con altre persone… noi
eravamo con un’altra mamma e sua bimba Vittoria) ed essere veramente centrati
su quello che stiamo facendo senza troppe distrazioni dal mondo esterno dato
che non sono ammessi cellulari.
L’obiettivo del mio blog è di condividere conoscenze/esperienze con
l’aggiunta di pareri personali e per trasparenza voglio segnalare che leggendo
alcuni forum ho trovato dei pareri diversi circa l’Helosterapia (o terapia del
sale): un gruppo di allergologi riuniti a Milano, infatti, ha dichiarato che
non è miracolosa e che non c’è alcuna evidenza scientifica che la supporti.
Questo tipo di terapia, infatti, è molto più sviluppato e utilizzato anche a
scopo terapeutico in paesi come la Polonia o i Paesi Baltici (che sono anche
più ricchi di miniere di sale naturali).
Sarà un caso, sarà una coincidenza, sarà l'effetto placebo, ma da quando
mio figlio ha fatto il primo trattamento non ha più tossito la notte; e se
questo mi può aiutare a ridurre l’uso dei medicinali per me è già una
conquista!
Iscriviti a:
Post (Atom)